Generalmente coloro che non hanno assunto una consapevolezza della propria malattia, dopo un periodo di benessere fisico derivante da una cura medica o ospedaliera si ritengono abbastanza forti per affrontare la vita e superare le difficoltà quotidiane. Considerando che un alcolista necessita di un periodo di recupero che oscilla tra uno e due anni è abbastanza facile prevedere delle ricadute. Un’istituzione ospedaliera non può per evidenti ragioni pianificare delle degenze così lunghe, che oltre tutto estranierebbero ulteriormente il paziente dal contesto sociale causando importanti costi.
È proprio in questo senso che si evidenzia maggiormente l’importanza di una continuità terapeutica.
La catena terapeutica regionalizzata, con delle strutture distribuite su tutto il territorio cantonale, è intesa ad assistere l’utente per quanto possibile nell’ambiente di provenienza in quanto è in quel contesto che la malattia è insorta e si mantiene.
Numerosi lavori scientifici hanno permesso di proporre la migliore combinazione dei diversi sistemi di trattamento.
I risultati nella pratica clinica confermano che il successo dei trattamenti degli alcol-dipendenti dipende dall’adempimento di determinati requisiti quali:
- l’impostazione interdisciplinare, ossia una terapia attuata secondo il modello di interventi medici, psicologici e sociali;
- trattamento integrale, ossia un’assistenza completa fra la presa di contatto e la reintegrazione sociale;
- Ingrado durante tutto il processo terapeutico ha lo scopo di assicurarne la continuità per evitare che l’utente possa essere abbandonato. La continuità terapeutica è infatti determinante ai fini del successo dell’intervento.